Nel terzo trimestre del progetto HEASY (febbraio–aprile 2025), l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro (UNIBA) ha concluso un’importante fase di rilievi ambientali nel Mar Piccolo di Taranto, area fortemente caratterizzata da attività antropiche e allo stesso tempo ricca di biodiversità bentonica e costiera. L’attività si è concentrata su due obiettivi chiave: la caratterizzazione delle biocenosi e la valutazione della presenza di rifiuti marini macrolitter.
Rilievi con ROV e mappatura delle biocenosi
I ricercatori UNIBA hanno realizzato video-transect georeferenziati in tre siti di studio: Muretto, SVAM e Cervaro, utilizzando un Remotely Operated Vehicle (ROV) manovrato sia da imbarcazione pneumatica che da operatori da terra. I dati raccolti – comprendenti coordinate GPS, profondità, temperatura e tempi di immersione – sono stati analizzati tramite software GIS (Google Earth Pro) per produrre mappe delle biocenosi.
La metodologia ha permesso di individuare con precisione i confini spaziali degli habitat attraverso l’analisi video e il calcolo della velocità media del ROV. Le aree coperte da ciascuna biocenosi sono state infine interpolate e digitalizzate su mappa. Tra le biocenosi identificate spiccano:
- Praterie di Cymodocea nodosa, fondamentali per la stabilità dei sedimenti;
- Letti di rodoliti costituiti da Neogoniolithon brassica-florida, spesso su frammenti di conchiglie o rifiuti;
- Letti di Cladophora prolifera e altri macrofite bentoniche;
- Thanatocenosi di bivalvi, con abbondanza di conchiglie morte, talvolta colonizzate da alghe strutturanti o insabbiate;
- Fondali fangosi spogli, habitat per gobidi, sabellidi e specie occasionali come Pachycerianthus solitarius.
A questi habitat si accompagna una ricca fauna associata, tra cui ascidie come Clavelina spp. e Styela plicata, sabellidi e bivalvi non autoctoni come Pinctada radiata e Malleus regula.
Monitoraggio dei rifiuti e biodiversità mobile
Parallelamente, sono stati avviati i rilievi video per l’identificazione e quantificazione del macrolitter in due dei tre siti (Muretto e SVAM). L’analisi dettagliata dei filmati è tuttora in corso, e permetterà di stimare densità e tipologia dei rifiuti visibili sul fondale. I dati contribuiranno alla valutazione dell’impatto antropico locale, in un’area storicamente esposta a pressioni derivanti da urbanizzazione, attività portuali e acquacoltura.
I video vengono inoltre utilizzati per valutare la struttura e il comportamento della megafauna vagile, analizzando la presenza, l’abbondanza e l’interazione di pesci e invertebrati mobili con gli habitat osservati. Questo approccio consente di ottenere un quadro dinamico e più completo dell’ecosistema bentonico.
Analisi istologiche e istochimiche su specie target
In laboratorio, UNIBA ha proseguito le analisi su organismi target raccolti nella stessa area, in particolare su pesci (come Gobius niger e Syngnathus abaster) e molluschi (come Pinctada radiata). Le analisi istologiche hanno evidenziato:
- alterazioni cellulari diffuse nei tessuti (fegato, branchie, intestino, milza), spesso legate a infestazioni parassitarie;
- lipidosi epatica, iperplasia delle branchie e presenza di centri melano-macrofagici, indice di stress ambientale;
- modificazioni significative nella composizione del muco branchiale, valutate tramite tecniche istiochimiche (lectin binding) e confrontate con individui di controllo provenienti dall’Area Marina Protetta di Porto Cesareo.
Questi risultati rafforzano l’ipotesi di un impatto cronico e sub-letale sugli organismi residenti, in particolare nei siti più esposti del Mar Piccolo.
Il lavoro condotto da UNIBA nel terzo trimestre rappresenta un importante tassello per la comprensione dell’interazione tra struttura degli habitat, contaminazione e salute degli organismi marini. Il Mar Piccolo, pur nella sua complessità, si conferma un sito chiave per osservare gli effetti dell’attività antropica sulla biodiversità mediterranea.
Heasy è un progetto finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU, nell’ambito del NBFC – National Biodiversity Future Center – Spoke 1.
Un progetto realizzato da Università degli Studi di Messina, Università degli Studi di Cagliari, Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, Southside Consulting e Cloudia Research.

