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RICCIO DI MARE

Giardiniere dei fondali, pulisce le rocce e mantiene l'equilibrio.

Un potente “agente di controllo” per i fondali costieri. Questo erbivoro, in condizioni di equilibrio, agisce come un giardiniere, pascolando e prevenendo la crescita eccessiva di alghe, favorendo così la biodiversità. Attenzione: senza i suoi controllori naturali o decimato da una pesca eccessiva, il suo ruolo si stravolge, portando al collasso dell’intero sistema.

Tagliaerba

Valore stimato sulla sola produzione

Attenzione

In Sicilia, la pesca del riccio di mare è attualmente vietata (il fermo biologico per il 2025 va indicativamente da maggio a fine ottobre) per consentirne la riproduzione e tentare di recuperare le popolazioni, drasticamente ridotte dalla pressione di pesca degli ultimi decenni. Il consumo in questo periodo è illegale e dannoso.

POTATORE SELETTIVO: Controlla la crescita delle alghe a sviluppo rapido, impedendo che soffochino altre forme di vita più lente a crescere, come le alghe coralline.
LIBERATORE DI SPAZIO VITALE: Il suo pascolare crea piccole radure sulla roccia, permettendo a spugne, briozoi e larve di altri organismi di insediarsi. Aumenta la complessità e la resilienza dell’habitat.
SENSORE DI EQUILIBRIO ECOSISTEMICO: Lo stato delle sue popolazioni (numero, dimensione, salute) è un indicatore diretto della salute della costa: una loro esplosione indica l’assenza di predatori; la loro scomparsa, una pesca eccessiva o inquinamento.
DELIZIA A GESTIONE CONTROLLATA: Se prelevato in modo sostenibile (rispettando periodi, quantità e taglie minime), rappresenta una preziosa risorsa gastronomica, culturale ed economica per le comunità costiere.
Prodotto a duplice effetto. L’equilibrio tra la sua popolazione e quella dei suoi predatori è fondamentale.

Maneggiare con cura. Tenere lontano da:
PESCA ECCESSIVA E ILLEGALE: Il prelievo indiscriminato, specialmente durante il periodo riproduttivo e al di sotto della taglia minima (7 cm di diametro in Sicilia), sta causando il collasso delle popolazioni.
SCOMPARSA DEI PREDATORI: La pesca eccessiva di pesci come saraghi, tordi e donzelle, che si nutrono di ricci, elimina il controllo naturale, causando esplosioni demografiche del riccio e la conseguente desertificazione dei fondali.
INQUINAMENTO COSTIERO: Sensibile a contaminanti chimici e scarichi organici che possono compromettere la sua riproduzione e la sopravvivenza delle larve.
ONDATE DI CALORE: Il riscaldamento dell’acqua (cambiamento climatico) può stressare le popolazioni e alterare il loro ciclo vitale.

Valore Stimato

La filiera legata alla pesca del riccio è economicamente significativa. In regioni ad alta vocazione come la Puglia, il valore della sola produzione (pesca professionale e sportiva) è stato stimato in circa 4,5 milioni di euro all’anno, con un prezzo al consumo che può superare i 10-12€ a dozzina. A questo si aggiunge un vasto mercato sommerso e illegale. Il valore Ecologico risiede nel suo ruolo di “giardiniere” che, in equilibrio, controlla la crescita delle alghe e preserva la biodiversità della scogliera.

Costo evitato

Evita la formazione dei “deserti sottomarini”. Il ripristino attivo di queste aree è un’operazione estremamente costosa: interventi sperimentali di rimozione dei ricci in eccesso e di trapianto di alghe hanno costi che possono superare le decine di migliaia di euro per ettaro, con risultati spesso incerti e su piccola scala.
Evita la perdita totale del valore turistico dei fondali. Una scogliera rocciosa ricca di vita sostiene l’economia dei centri di immersione e del turismo locale. Al contrario, un fondale desertificato (o, all’estremo opposto, monotono e ricoperto di alghe filamentose) ha un’attrattiva turistica nulla, azzerando il potenziale economico di un tratto di costa.

Il prezzo da pagare

Se ci sono TROPPI POCHI ricci: Si assiste alla proliferazione incontrollata di alghe a crescita rapida, che creano un ambiente uniforme e a bassa complessità, soffocando la biodiversità e riducendo il valore ecologico del fondale.
Se ci sono TROPPI ricci: Si innesca la creazione di “deserti sottomarini” (Urchin Barrens). Il fondale viene completamente raso al suolo da un pascolo eccessivo, la biodiversità crolla drasticamente e con essa il valore ecologico e turistico dell’area.

Bundle

Le Tue Azioni Contano

Rispetta il Fermo Biologico: NON comprare e NON consumare ricci di mare durante il periodo di divieto. Se un ristorante li offre, è complice di un illecito.
Occhio alla Misura: Durante il periodo consentito, consuma solo ricci di taglia legale (superiore a 7 cm, aculei esclusi). Quelli più piccoli non si sono ancora riprodotti a sufficienza.
Scegli il Ristoratore Giusto: Chiedi sempre la provenienza del prodotto. Premia chi dimostra di rispettare le regole e di avere a cuore il futuro del mare.

Cosa Chiedere alla Politica

Controlli e Sanzioni Severe: Potenziare la sorveglianza da parte della Capitaneria di Porto e delle altre forze dell’ordine per far rispettare il fermo biologico e la taglia minima, con sanzioni realmente deterrenti per bracconieri e ristoratori.
Gestione Integrata della Pesca: Creare piani di gestione che non guardino solo al riccio, ma anche alla tutela dei suoi predatori naturali, essenziali per l’equilibrio.
Istituzione di Zone di Ripopolamento: Designare aree a “divieto totale e permanente” di prelievo, che fungano da santuari per permettere alle popolazioni di riprodursi e ricolonizzare le aree circostanti.
Sostegno alla Ricerca: Finanziare studi sullo stato delle popolazioni di ricci in Sicilia per definire i periodi di fermo e le quote di prelievo su basi scientifiche solide e aggiornate.